Arranco
Arranco inerpicandomi sull’erta,
in sella al mio destriero di titanio,
col cuore in gola spingendo sui pedali,
solo mi trascino su tornanti assolati.
Lento l’incedere su pietre consunte,
per lontani traguardi anelati da sempre,
immane lo sforzo per il peso vetusto
con volontà suprema, per mai regredir.
Va pensiero alle verdi primavere,
quando fischiettando, dal sogno rapito,
novella libellula mai ansimando,
volavo sugli stessi eterni tornanti.